June 28, 2013

S.H. PALMER - PERKELE.IT

Ascoltando l'EP degli Inutili – due tracce psichedeliche, la prima di circa un quarto d'ora e la seconda molto più breve – ci si mescola con il milieu, ci si incastra perfettamente con tutto ciò il mondo circostante. La psichedelia crowd and loud alla tedesca, per capirci. Band che non ha nulla da invidiare a ben più famose formazioni europee, si è presa le sue soddisfazioni: il 12" è sold out, ed è stato co-prodotto da Goodbye Boozy (caposaldo dell'underground che vanta tra le sue file Ty Segall, acidissimo e sempre al top) e dall'etichetta californiana Bat Shit Records.
"Satori", primo brano dell'EP, si presenta come l'usuale riflessione oscillatoria tra kundalini rmx e rock'n'roll basilare (come ben insegnano i My Sleeping Karma) regalando 14 minuti circa di movimento sussultorio pineale. La seconda tranche, molto più corta – quasi una canzone normale – si chiama "Useless Asshole": uno strano incrocio tra Pavement, Neurosis e tradizione sperimentale noise/elettronica, deliziosa e ridondante nella sua semplicità.
Accendete il fuzz, dietro le orecchie. Come la migliore tradizione noise – tra oriente e occidente – c'ha insegnato negli ultimi 30 anni.

S.H. Palmer

June 21, 2013

NICOLO' RICCOMAGNO

Quale sia il motivo che abbia spinto la Goodbye Boozy Records e la californiana Bat Shit Records a pubblicare l’EP d’esordio degli Inutili non mi è ancora molto chiaro. E’ probabile che la formazione teramese risulti più convincente in sede live, perché ad ascoltare i due pezzi presenti in questo vinile 12” c’è veramente poco di cui esaltarsi. A partire dalla scadente qualità di registrazione che di certo non agevola la resa sonora dei brani. Con “Satori” sembra di avere un collegamento diretto con una sala prove. Il chitarrista intento a testare i suoi pedali, il batterista che scalda i muscoli picchiando incessantemente sui piatti ed il bassista che li segue a ruota senza risultare troppo invadente. Una jam session lunga 12 minuti, rumorosa e violenta, costruita su divagazioni noise/psichedeliche però fini a se stesse. La successiva “Useless Asshole” invece mette in mostra tutta un’altra band. Ritmi più distesi, suoni puliti, qualche breve accenno folk nella chitarra acustica. Anche qui però regna la noia più totale. Quello degli Inutili è infatti un sound confusionario, tedioso e privo di mordente. Spero solo che il loro full lenght di prossima uscita non si riveli in linea con il nome che si sono scelti.